Lettera aperta[…] Per chi ha seguito il costituirsi della tua pittura, il mio modo di sentire quella che chiamerei la fase delle Cinque Terre e questo mio discorso si guardano bene dall’attribuirti una etichetta “legata” a tale favoloso mondo che hai amato — come l’amo io, ultimo arrivato, e chiunque altro vi perverrà — perché non ve n’è alcun bisogno, anzi ti farebbero torto, misconoscendoti: Venezia, Milano, Riomaggiore, le Cinque Terre, sono solo la cronologia di un unico filo conduttore, saldamente nelle tue mani (si danno date a periodi storici al fine di intendersi e non per
rispondenze matematiche con ore, giorni o anni).
Ma io non posso chiudere questa lettera che, per ciò che viene a dire, non mi è stata facile, eppure è venuta più lunga del proposito, senza aggiungere che mi premeva appunto la motivazione al passaggio di oggi, che risplende nelle attuali tele, provocando ciò che solo la buona pittura sa fare, l’accrescita dell’uomo.
Pasquale Giorgio, ottobre 1984 (in Lino Marzulli, opere 1983-1984, catalogo della mostra, Galleria Menhir, La Spezia 1984, p. 8)