Ferruccio Battolini

 

Lino Marzulli fra emozione e conoscenza

[…] Questo rapporto uomo-natura diviene in Marzulli affascinante anzitutto per la validità della concertazione cromatica: i colori sono fra loro in armonia e in conflitto positivo, in collegamento emozionale e in contrasto dispositivo; ne scaturisce una composizione articolata e compatta, articolata nelle numerose varianti e compatta nella complessiva dimensione immaginativa che è subitanea e globale. Direi ancora: colori aperti e leggibili sia nella loro singola pregnanza, sia nel rapporto di equilibrio e fusione, tanto da divenire discorso compiuto ricco di armoniosa visibilità.

Da ciò deriva il particolare significato del “paesaggio” di Marzulli che può essere individuato nelle stupende Cinque Terre come  al-

trove: un paesaggio inteso come realtà autonoma da ogni condizionamento meramente vedutistico, un paesaggio in rapporto di dare-avere con la struttura coloristica. Spieghiamoci meglio: quel “paesaggio” dona a Marzulli idee sulle sue componenti più segrete e talvolta persino geologiche e riceve dimensioni cromatiche che scaturiscono da una grande — subitanea e pienamente goduta — emozione. L’immagine nasce entro questo rapporto e diventa nel contempo originale (perché le ripartizioni “fisiche” sono acutamente interpretate) e “naturale” (perché certe annotazioni sono assolutamente riscontrabili nel tessuto originario). Ecco perché, a mio avviso, questo paesaggio diventa avvenimento, concetto pittorico, situazione lirica, al di là del tempo e degli spazi delimitati quotidianamente dallo sguardo distratto e miope dell’uomo. Alcune “terre” divengono così occasione per distribuire le masse e soprattutto per farle attraversare e fasciare dal colore o per farvi depositare numerose inedite notazioni. Altre volte vi sono angoli di illuminazione (in un dipinto pare mutuato da certi ex-voto marinari) che si inseriscono nel magma paesaggistico accanto ad interventi brevi, nervosi ma anche equilibrati. Anche certi elementi aggiuntivi alla visione primaria sono in ritmica reciprocità fra loro e con i nuclei coloristici di fondo, suggerendo nel “lettore” la sensazione esatta di trovarsi dinnanzi a opere ricche di assaporare sintesi e di immediatezze già filtrate da un senso innato della concertazione. […]

Ferruccio Battolini, ottobre, 1984 (in Lino Marzulli, opere 1983-1984, catalogo della mostra, Galleria Menhir, La Spezia 1984, p. 9)