Reinventare il mondo
[…] Lino Marzulli nega che la pittura sia morta. I suoi quadri sono pittura nuova, emozionale e sognata, risolta con spostamenti dello spirito e della fantasia oltre i confini già sperimentati. Inseguendo la propria convinzione nella continuità della pittura, risolvendo la sua ricerca dentro se stesso, usandosi come intelligente unità di misura di una realtà autosufficiente, Marzulli ha inventato il mondo dentro una pittura solo sua. Senza ricorrere a tecnicismi, a materiali umili, a cinetiche sgangherate o a ideologie bizantine si è ritrovato isolato ma con la preziosa etichetta di pittore “originale”. Etichetta che infine gli diamo noi, perché lui di essere classificato non ha, grazie a Dio, nessuna necessità.Filippo Abbiati, Milano, 1969 (in Lino Marzulli. Dieci anni di pittura, trent’anni di coerenza. Opere 1982-1992, catalogo della mostra, a cura di Abbiati F., ed. Arci Nova “Pablo Neruda”, Carnate 1992, p. 92)